Colorado 1972 (The Divine Light & Strawberry Days Festivals) – Fotografie di Arthur Nager

Colorado 1972

(The Divine Light & Strawberry Days Festivals)

Fotografie di Arthur Nager

 

 a cura di Manuela De Leonardis

Acta International, Roma

19 maggio – 9 giugno, 2023

inaugurazione alla presenza del fotografo

Venerdì 19 maggio ore 18,30-20,30

Giovanna Pennacchi è lieta di presentare la mostra personale Colorado 1972 (The Divine Light & Strawberry Days Festivals) del fotografo americano Arthur Nager, a cura di Manuela De Leonardis, che espone il suo lavoro per la prima volta in Italia.

Questa storia, o meglio queste storie, si svolgono nella terra celebrata da John Denver, Linda Ronstadt e con loro almeno un’altra decina di musicisti country e rock, inclusa la band The Flying Burrito Brothers con la loro canzone Colorado. Montrose, estate 1972: nel caldo secco del deserto del Colorado, ad una distanza di circa 140 miglia da Glenwood Springs (e quasi il doppio da Aurora, nella periferia di Denver, nello stato americano attraversato dalle imponenti Montagne Rocciose) ha luogo un evento di cui a lungo si sarebbe serbato il ricordo. In un negozio di Aurora, tra i flyer pubblicitari appesi alla vetrina, è riconoscibile anche quello del Divine Light Festival. Arthur Nager lo fotografa all’interno dell’ambiente, alle spalle dell’uomo con i baffi all’insù – inquadrato nel primo piano americano – accanto alla testa di un cervo imbalsamato, vicino all’orologio a parete. L’immagine riflette il contrasto tra la cultura “cowboy” celebrata dai residenti più conservatori che partecipano ad eventi come l’annuale Strawberry Days Festival a Glenwood Springs e la comunità hippie, erede dei valori della beat generation in un mix psichedelico all’insegna del messaggio «peace and love» con il suo anelito ad una spiritualità non convenzionale. Attento osservatore della società con uno sguardo empatico, nel 1972 dopo aver studiato fotografia con Nathan Lyons al Visual Studies Workshop, successivamente alla laurea in Storia e Psicologia conseguita all’Università di Rochester, Nathan si trova in Colorado. Nel suo sguardo di fotografo documentario c’è sempre un tocco d’ironia influenzato dalla sua ammirazione per fotografi quali Diane Arbus, Gary Winogrand e Lee Friedlander. Con la Nikon 35mm e la pellicola in bianco e nero, egli arriva in moto e si unisce alle migliaia di devoti radunati per il Divine Light Festival nel deserto vicino Montrose. Per la prima volta il tredicenne guru Maharaji (nato nel 1957 vicino Haridwar, India), considerato un’incarnazione divina sulla terra (oggi si definisce «ambasciatore di pace» e con il nome di Prem Rawat è autore di diversi best seller, tra cui Hear Yourself e Peace is Possible), visitava per la prima volta gli Stati Uniti. Il fotografo appunta la data del 27 luglio, momento culminante dell’arrivo del giovanissimo guru con il suo entourage indiano ed il corteo di automobili che hanno la sua fotografia attaccata ai finestrini. Le sessioni si svolgono in gruppi diversi di persone sedute a terra, intente ad ascoltare i discorsi di Maharaji sul palco. Ci si prende per mano, si canta, si prega, c’è chi cucina, si mangia insieme, un cane osserva la scena. Non si fa uso di droghe, piuttosto sono la meditazione e lo yoga a traghettare verso un’altra dimensione. In mezzo ai personaggi in stile Grateful Dead c’è anche lo sceriffo, con il cappello da cowboy e la stella appuntata sul petto. Il rombo delle motociclette è neutralizzato dal suono solitario di un sax. Tutto sembra perfettamente normale in quell’atmosfera surreale. Anche Nager arriva in moto e si ferma per almeno quattro giorni dormendo in una tenda. Fervono i preparativi: l’arrivo di giovani da diverse parti del paese, l’accampamento improvvisato con le tende canadesi, i sacchi a pelo ed i pullmini. È un piccolo mondo dove tutti stanno insieme. Una capsula del tempo che contiene diverse storie, a partire dal luogo stesso: il deserto. Arthur Nager realizza almeno duecento scatti, ma il suo non è quello che tradizionalmente si definirebbe un reportage di documentazione. Nella giustapposizione di mondo occidentale e orientale, in quel luogo «realmente bizzarro» dominato dalla bellezza incontaminata della natura e del paesaggio, il fotografo si sofferma sui dettagli, sui materiali – le tende, la plastica, le strutture usate per montare il palco dove si legge su uno striscione «Joy to the world. The Lord has come» – non meno che sui volti delle persone «illuminati» dal «grande maestro». Nella narrazione del fotografo si legge una partecipazione autenticamente curiosa e non giudicante. Anche quando l’attenzione di Arthur Nager si sposta verso la «vita reale», in località urbane come Denver, Aurora o Glenwood Springs durante lo Strawberry Days Festival – storico festival dedicato al raccolto delle fragole che dal 1898 si svolge annualmente nella terza settimana di giugno – nell’osservare l’aria di festa con le giostre, l’attesa sul marciapiede, un cowboy a cavalcioni della sua mucca, la gara di tuffi, un momento di relax sulla brandina pieghevole e, magari, un bambino sulle spalle del padre che guarda dritto nell’obiettivo arricciando il naso. Le fotografie di Nager offrono una visione molto diversa dalla tipica vita nel Colorado degli anni Settanta. Sono immagini che ricordano il lavoro di Robert Frank, che ha avuto grande influenza sulla visione di Arthur Nager nel cui sguardo c’è sempre consapevolezza dell’unicità dei tanti atti della «commedia umana» di cui non può che cogliere l’attimo.

(Manuela De Leonardis)

 

 

 

Arthur Nager (Queens, NY, 1949 vive e lavora tra New York City e Fairfield, CT). Dopo essersi laureato in Storia/Fotografia alla University of Rochester, NY, ha ricevuto il master in Fotografia frequentando il Visual Studies Workshop alla University of Buffalo, NY dove ha studiato con Nathan Lyons e Syl Labrot. Dal 1971 al ’73 ha insegnato in Colorado al Center of the Eye di Aspen e al Anderson Ranch Arts Center di Snowmass.  Nel 1973 è stato Direttore del Programma di Fotografia alla University of Bridgeport e come Professore Associato ha organizzato lecture invitando importanti fotografi, tra cui Frederick Sommer, Arnold Newman, Ralph Gibson, Roman Vishniac, Lotte Jacobi e Mary Ellen Mark.

Collezioni pubbliche: International Museum of Photography, George Eastman House; Santa Cruz Museum of Art and History; South Street Seaport Museum, NYC; Kennebunk Museum, Maine; Westport, Art Collection, CT.

Tra le mostre recenti: 2022 – New Color Work, Soleil Gallery, Westport, CT (personale); Rites and Rituals, PhotoPlace Gallery, VT; Art of The Automobile, Carriage Barn Art Center, CT; Photography Juried Exhibit, Rowayton Arts Center, CT; Annual Juried Photography Exhibit, Carriage Barn Art Center, CT; 2021 – Weather, PhotoPlace Gallery, Middlebury, VT; Color, PhotoPlace Gallery, Middlebury, VT; Landscape And Architecture, Black Box Gallery, Portland, OR; Liquid Sky, The Praxis Gallery, MN; In The City, Rowayton Arts Center, CT; Vision: Shadow and Light, Black Box Gallery, OR; Letters, Numbers & Symbols, The Praxis Gallery; 2020 – New York Color, Nylen Gallery, CT; 2018 – Central Park Photographs, Ikon Art Gallery, NYC (personale); The Decisive Moment, The Praxis Gallery, MN; Empty Spaces: Abandoned Places, The Praxis Gallery, MN; Tree Talk, The Griffin Museum of Photography, MA; American Splendor, Ikon Art Gallery, NYC; 2017 – Times Square Photographs, Fahey Bodell Gallery, NYC (personale); 2014 – Street Life, Norwalk Community College (personale).

Tra i libri pubblicati: Wrestling Sunnyside Garden Arena, November 27, 1971 (2021), Central Park Photographs (2018), Times Square Photographs (2017).

 

Dal 19 maggio al 9 giugno 2023

ACTA INTERNATIONAL

direzione: Giovanna Pennacchi

via Panisperna, 82-83 – 00184 Roma

dal mercoledì al sabato ore 16,00 – 19,30

064742005

info@actainternational.it

www.actainternational.it

Present Perfect | Passato prossimo – Dall’archivio di Acta International

Present Perfect | Passato prossimo

Dall’archivio di Acta International

a cura di Manuela De Leonardis

16 marzo-29 aprile 2023

inaugurazione giovedì 16 marzo ore 18,30 – 20,30

Per celebrare i 30 anni di attività di Acta International, tra le prime gallerie a Roma dedicate esclusivamente alla fotografia contemporanea, Giovanna Pennacchi è lieta di invitarLa alla mostra collettiva Present Perfect | Passato prossimo. Dall’archivio di Acta International.

Nel giugno 1993, con la mostra personale Roma di Mario Clementi, curata dallo storico della fotografia Diego Mormorio – mente creativa dell’Associazione culturale Acta International insieme alla fondatrice e direttrice Giovanna Pennacchi – veniva inaugurato lo spazio di via Panisperna.

Nel tempo Acta International ha ospitato 116 mostre fotografiche (organizzando anche progetti espositivi a New York presso il Fashion Institute of Technology, l’Istituto Italiano di cultura, la Casa Italiana Zerilli-Marimò, e a Monaco di Baviera presso l’Istituto Italiano di cultura) tra personali, bipersonali e collettive, dedicate ad autrici e autori sia italiani che stranieri – dal Pakistan all’Oman, dalla Corea del Sud all’Australia, dagli Stati Uniti alla Croazia – offrendo con lo stesso entusiasmo una significativa piattaforma di visibilità alle nuove generazioni.

Per questo primo appuntamento celebrativo, la curatrice Manuela De Leonardis ha selezionato dall’archivio di Acta International e dalla collezione privata della direttrice 24 opere di Paola Agosti, Marco Anelli, Sandro Becchetti, Gianni Berengo Gardin, Piergiorgio Branzi, Massimiliano Camellini, Franco Cenci, Pasquale De Antonis, Simona Filippini, Giorgia Fiorio, Leonard Freed, Frank Horvat, Lucideddu (Lucia Cadeddu), Nathan Lyons, Patrizia Molinari, Marialba Russo, Ivo Saglietti, Jack Sal, Pentti Sammallahti, Enzo Sellerio, Chrystie Sherman, Paolo Simonazzi, Angelo Turetta, Lim Young Kyun.

L’autorialità dei diversi linguaggi della fotografia in bianco/nero e a colori, analogica e digitale, tra ritratti, paesaggi, interni, moda, reportage e fotografia di sperimentazione, lascia emergere quella visione corale che è contemporaneamente un viaggio emozionante nella storia stessa della galleria romana.

Dal 16 marzo al 29 aprile 2023

ACTA INTERNATIONAL

direzione: Giovanna Pennacchi

via Panisperna, 82 – 00184 Roma

dal mercoledì al sabato ore 16,00 – 19,30

064742005

info@actainternational.it

www.actainternational.it

Der Steppenwolf – Fotografie di Zoe Zizola

Giovanna Pennacchi è lieta di presentare la mostra

Der Steppenwolf

(Il lupo della steppa)

Fotografie di Zoe Zizola

 

a cura di Francesco Zizola

 22 novembre -15 dicembre 2022

 

inaugurazione alla presenza della fotografa

 martedì 22 novembre ore 18.30 – 20.30

 

«l’uomo non è una forma fissa e permanente, è invece un tentativo, una transizione, un ponte stretto e pericoloso fra la natura e lo spirito, tra l’uomo e il lupo»

  1. Hesse

 

Der Steppenwolf è una personale e libera interpretazione di Zoe Zizola dell’omonimo romanzo di Hermann Hesse e mette in scena alcuni dei passaggi del racconto, in particolare quelli in cui ci si interroga sulla fragilità dell’essere umano, attingendo a diverse sfumature della personalità della protagonista.

Le fotografie proposte da Zizola sembrano scaturire da una sovrapposizione del sentimento generato dalla lettura con la propria esperienza esistenziale.

Il continuo riferimento alla dualità dell’essere umano che si dibatte tra la  natura divina e quella diabolica, tra la dimensione consolatoria e rassicurante della cultura borghese e quella turbolenta e rivoluzionaria della passione e dell’estremo. 

Il riferimento al teatro magico è poi esplicito e preponderante nella rappresentazione dell’artista; è la porta stretta che consente all’uomo di liberarsi attraverso la scoperta della propria interiorità e del processo creativo che ne scaturisce. Le immagini sempre in tensione verso un’ estetizzazione dell’attimo significativo ci riportano al tema di fondo di Hesse che vede nel lupo della steppa  un’essere atto a creare, a fare della propria natura e della propria vita un’opera d’arte.

Francesco Zizola

 

 

ACTA INTERNATIONAL 

direzione: Giovanna Pennacchi

via Panisperna, 82-83 – 00184 Roma

da mercoledì a sabato ore 15,30 – 19,00  

info@actainternational.it  

www.actainternational.it

 

RomeLOVE #14 – Fotografie di Simona Filippini

Giovanna Pennacchi è lieta di presentare la mostra

 

RomeLOVE #14

Fotografie di Simona Filippini

a cura di Chiara Capodici

 4 – 18 novembre 2022

 

inaugurazione alla presenza della fotografa

 venerdì 4 novembre ore 18.30 – 20.30

 

La mostra è inserita nella programmazione di 

“Alla fine della città. Narrazioni, arte e viandanze” 

Direzione artistica Ti con Zero – Contemporaneamente Roma 2020 – 2021 – 2022.

Simona Filippini dopo aver lavorato per alcuni anni a Parigi, assistente di Paolo Roversi, poi free lance, torna a Roma e si scopre moderna flâneuse, declinando al femminile un modo di vivere la città che culturalmente sembrava fino a qualche tempo fa prerogativa maschile, percorrendo e riscoprendo uno spazio urbano che da allora, 29 anni fa, non ha più smesso di fotografare, cambiando negli anni molti modelli di Polaroid, ma rimanendo fedele a questo mezzo, alla sua imprevedibilità, al suo alone luminoso di indeterminatezza. 

Le sue immagini scoprono una Roma in trasformazione dove all’antico e alla sua storia più recente si affianca la nuova vulgata della contemporaneità, negli edifici, nelle strade, nella sua fisionomia che lentamente diventa quella di una città multietnica, dove la natura, selvatica, continua a insinuarsi, dai parchi ai giardini, nei margini della città.

Chiara Capodici

 

Ti ricordi?

Ti ricordi che di quel brutto fatto di cronaca Luchino Visconti fece un documentario nel 1951?

E di quando Ingrid Bergman venne ai lotti, sempre a Primavalle, per girare alcune scene del film Europa 51 di Roberto Rossellini?

Ti ricordi che questa zona di periferia, che prima era il XIX Municipio, ora è diventata ancora più grande e arriva a sud fino a quasi il centro di Roma, fino ai quartieri “bene” della Balduina.

Ti ricordi che proprio lì vicino, quando ancora c’erano le baracche, Ettore Scola, sul Monte Ciocci, girò Brutti sporchi e cattivi? Era il 1976.

…Ed io mi ricorderò di ogni cosa vista e udita in questi tre anni e di tutti i luoghi che non sono riuscita a visitare e di trovare il tempo di andare a fare la spesa alla fattoria, “ signò solo contanti però” e dell’immensità di questo Municipio che ora si chiama XIV e che finisce non si capisce bene dove oltre il Grande Raccordo Anulare?

Simona Filippini

 

 

 

Il progetto fotografico sulla Città Eterna comincia nel 1993, oltre 29 anni fa. Quest’ultima inedita selezione nasce dall’invito di Fernanda Pessolaro/Ti con Zero, di guardare al territorio del XIV Municipio a partire dal 2020. Le fotografie qui presentate si aggiungono quindi ad un importante corpo di lavoro, esposto la prima volta, quasi 20 anni fa, proprio presso la Galleria ACTA International, poi ai Mercati Traianei per FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma a cura di Marco Delogu, a New York, presso la casa Italiana Zerilli Marimò, grazie all’organizzazione di Giovanna Pennacchi,  nel 2003. E’ del 2013 la fotografia raffigurante l’insegna in cinese dell’Hotel  Rome LOVE che dona il titolo attuale al progetto. Nel 2017 RomeLOVE è ospitato a Castelnuovo Fotografia con la curatela di Chiara Capodici che aveva già lavorato al libro con Fiorenza Pinna.

Dal 2018, l’autrice accoglie l’invito di Silvana Bonfili, direttrice del Museo di Roma in Trastevere, a confrontarsi con le piccole e intime vedute di Diego Angeli per la mostra Taccuini Romani – Vedute di Diego Angeli/Visioni di Simona Filippini esposta al Museo di Roma in Trastevere dall’ottobre 2019 al marzo 2020, nel 2021 il progetto è stato esposto a Napoli presso Magazzini Fotografici.

 

 

“Alla fine della città”, dal 4 al 20 novembre 2022, è una rassegna del contemporaneo tra metropoli e campagna, letteratura e follia, narrazioni e mappe interattive. Una rassegna multidisciplinare che prevede reportage fotografici e radiofonici, reading, laboratori, proposte per esplorazioni/itinerari a piedi e a pedali, podcast di letture ad alta voce, consulte cittadine e incontri online, azioni urbane performative e azioni guidate di movimento.

Il progetto triennale, arricchito dal lavoro fotografico di Simona Filippini e raccontato nel radio-documentario di Marzia Coronati, si svolge nel XIV Municipio, porta nord ovest di accesso alla città, lungo la traiettoria che va da Valle Aurelia al borgo di Santa Maria Galeria. 

Il progetto, promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020 – 2021 – 2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

 

 

 

 

 

Simona Filippini è fotografa dal 1989, pubblica testi e fotografie su testate giornalistiche in Italia e all’estero e collabora con numerose aziende sul territorio nazionale. 

Espone i suoi lavori in diverse mostre personali e collettive, tra le principali RomaCity, Acta International; Fuori e dentro i monasteri, Sala 1; RomaCity Mercati di Traiano, Roma; 2Rome Casa Italiana Zerilli Marimò, New York (2003); Alza gli occhi e guarda, Palazzo Reale e maxi installazioni fotografiche nei quartieri di Sanità e Forcella – Napoli (2005), DonnexDonne, Galleria del Cembalo, Roma 2015, RomeLOVE CastelnuovoFotografia (2017); Il sangue delle Donne, Auditorium Diocesano La Vallisa, Bari; Taccuini romani – Vedute di Diego Angeli/Visioni di Simona Filippini, Museo di Roma in Trastevere, (2019); Scolpite Palazzo Reale Milano e RomeLOVE, Magazzini Fotografici, Napoli (2021). 

Nel 2008 fonda l’associazione CAMERA 21- fotografia contemporanea organizza e cura mostre, selezionate nel Circuito delle edizioni dal 2008 al 2013 di FotoGrafia Festival Internazionale di Roma e delle edizioni dal 2012 al 2014 di Castelnuovo Fotografia. 

Scrive il progetto DI LEI, donne globali raccontano, nel quale 10 donne immigrate raccontano fotograficamente il quotidiano delle famiglie italiane presso le quali lavorano, ne cura la mostra a Palazzo Valentini a Roma, il catalogo ed. Iacobelli (2009). Il progetto è stato esposto in numerose altre città in Italia e all’estero.

Scrive e realizza il progetto partecipato Femminile, plurale, 72 donne di ogni età si fotografano la parte di corpo che preferiscono di sé, ne cura la mostra e il catalogo ed. Iacobelli, (2010).

Realizza in collaborazione con i fotografi associati i progetti A Casa (2010); Desperate Housewives (2011); In Visibile Scampia (2012); Box21 ( 2011/2015); 25 (2013); IN/OUT ritratti sul lavoro (2013); DonnexDonne (2014); In Itinere (2015).

Dirige e co-dirige i video Italiani per Costituzione (2013) –  A Scuola anch’io (2018) e 42 gradi Nord/12 gradi Est (2019).

Collabora con numerosi istituti scolastici pubblici e privati presso i quali realizza seminari di educazione all’immagine, con il progetto Un’Altra Storia vince il Bando del Mic Strategia Fotografia 2020, dal 2015 al 2017 è docente di fotografia presso il Cara di Castelnuovo di Porto, dal 2016 è docente presso Officine Fotografiche Roma e dal 2022 è docente di Storia della Fotografia presso lo IED di Roma.

Pubblica nel 2014 il libro RomeLOVE con un racconto inedito di Igiaba Scego.

www.simonafilippini.it

www.camera21.it

 

 

Dal 4 al 18 novembre 2022

ACTA INTERNATIONAL 

direzione: Giovanna Pennacchi

via Panisperna, 82-83 – 00184 Roma

da mercoledì a sabato ore 15,30 – 19,00  

info@actainternational.it  

www.actainternational.it

 

LA STANZA DI MISS T.V. (MISS T.V.’S ROOM) – Fotografie di Massimiliano Camellini

Giovanna Pennacchi è lieta di presentare la mostra

LA STANZA DI MISS T.V.

(MISS T.V.’S ROOM)

Fotografie di Massimiliano Camellini

a cura di Manuela De Leonardis e Andrea Tinterri

11-31 maggio 2022

Inaugurazione alla presenza dell’artista mercoledì 11 maggio ore 18,30 – 20,30

I visitatori potranno accedere in galleria nel rispetto delle vigenti normative sulle misure di contrasto e contenimento del Covid-19.

 

Al primo piano dell’antica palazzina veneziana, in un angolo di Campo Santo Stefano nel sestiere di San Marco, c’è una stanza a sé. Poco più di otto metri quadrati a cui è affidato il racconto di un’altra storia. La camera di Miss T.V. (Miss T.V.’s room) è un luogo intimo in cui Massimiliano Camellini negozia la dominante emotiva dello stupore con la lucidità di uno sguardo consapevole del ruolo documentario affidato al mezzo fotografico. Per Margherita (detta Titti) Vitalba il suo papà disegnò e fece realizzare gli arredi della camera da letto, proprio come fosse la cabina di una nave. La cura dei dettagli, su cui Camellini indugia nel puntare l’obiettivo, è quella carezza amorevole di un padre verso l’amata figlia. Il sapore retrò diventa, allora, un dispositivo della memoria che cerca e trova connessioni tra il passato e il presente. Se il bianco e nero delle immagini fotografiche assorbe le cromie del tessuto floreale e dei porta lampada, fa tuttavia emergere altri particolari come la brillantezza dei vecchi interruttori elettrici di porcellana. Anche lo specchio riflette l’ipotesi di futuro catturata dall’hic et nunc, lasciando sempre ampio margine all’immaginazione. Le iniziali TV si ripetono nel legno, insieme al motivo iconografico della margherita del nome e della vite bianca del cognome. Il viaggio continua nello spazio e nel tempo, cullato dalla sonorità delle acque increspate della laguna e del mare aperto della fantasia.

Manuela De Leonardis

La serie Miss T.V.’s room è stata realizzata nel 2019-2021 nei suggestivi ambienti di SPARC* Spazio Arte Contemporanea a Venezia, che hanno ospitato la mostra di Massimiliano Camellini Al di là dell’acqua, a cura di Manuela De Leonardis e Andrea Tinterri (4 dicembre 2021 – 9 gennaio 2022). Per l’occasione è stata realizzata una cartella in edizione limitata (25 copie) contenente 7 immagini fotografiche 20×20 cm + un bookmark “profumato” con la fragranza ideata da Integra Fragrances.

Massimiliano Camellini (Venezia 1964, vive e lavora tra Reggio Emilia e Milano). Negli anni Novanta si avvicina alla fotografia di ricerca. Dal 2001 realizza progetti costituiti da serie di opere dedicate a temi universali, accompagnate dai rispettivi progetti editoriali. La prima serie è dedicata agli istinti e sogni dell’uomo: appartengono a questo ciclo Oltre le Gabbie (2001), I Volanti (2004), Duel (2006), Nuove Arene (2009), Il laboratorio dell’ossessione (2010), Ore 18.00, l’orario è finito (2012), Al di là dell’acqua (2016) e l’ultimo A ribbon and a prayer (2022). Segue la serie frammenti nel tempo, una ricerca nella realtà contemporanea di segnali spazio-temporali per un’indagine antropologica dell’evoluzione dei contesti urbani: Tram-Frame è il primo lavoro del ciclo. Le sue foto sono nelle collezioni museali di tutto il mondo tra cui Museum of Fine Arts, Houston, USA, Collezione Maramotti, Reggio Emilia, Galerie Municipale du Chateau d’Eau, Toulouse, Francia, Musée du Strasbourg, Francia, Museum of Photography, Seoul, Korea, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino.

 

Dall’11 al 31 maggio 2022

ACTA INTERNATIONAL

direzione: Giovanna Pennacchi

via Panisperna, 82-83 – 00184 Roma

dal mercoledì al sabato ore 16,00 – 19,30

 info@actainternational.it

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