Der Steppenwolf – Fotografie di Zoe Zizola

Giovanna Pennacchi è lieta di presentare la mostra

Der Steppenwolf

(Il lupo della steppa)

Fotografie di Zoe Zizola

 

a cura di Francesco Zizola

 22 novembre -15 dicembre 2022

 

inaugurazione alla presenza della fotografa

 martedì 22 novembre ore 18.30 – 20.30

 

«l’uomo non è una forma fissa e permanente, è invece un tentativo, una transizione, un ponte stretto e pericoloso fra la natura e lo spirito, tra l’uomo e il lupo»

  1. Hesse

 

Der Steppenwolf è una personale e libera interpretazione di Zoe Zizola dell’omonimo romanzo di Hermann Hesse e mette in scena alcuni dei passaggi del racconto, in particolare quelli in cui ci si interroga sulla fragilità dell’essere umano, attingendo a diverse sfumature della personalità della protagonista.

Le fotografie proposte da Zizola sembrano scaturire da una sovrapposizione del sentimento generato dalla lettura con la propria esperienza esistenziale.

Il continuo riferimento alla dualità dell’essere umano che si dibatte tra la  natura divina e quella diabolica, tra la dimensione consolatoria e rassicurante della cultura borghese e quella turbolenta e rivoluzionaria della passione e dell’estremo. 

Il riferimento al teatro magico è poi esplicito e preponderante nella rappresentazione dell’artista; è la porta stretta che consente all’uomo di liberarsi attraverso la scoperta della propria interiorità e del processo creativo che ne scaturisce. Le immagini sempre in tensione verso un’ estetizzazione dell’attimo significativo ci riportano al tema di fondo di Hesse che vede nel lupo della steppa  un’essere atto a creare, a fare della propria natura e della propria vita un’opera d’arte.

Francesco Zizola

 

 

ACTA INTERNATIONAL 

direzione: Giovanna Pennacchi

via Panisperna, 82-83 – 00184 Roma

da mercoledì a sabato ore 15,30 – 19,00  

info@actainternational.it  

www.actainternational.it

 

RomeLOVE #14 – Fotografie di Simona Filippini

Giovanna Pennacchi è lieta di presentare la mostra

 

RomeLOVE #14

Fotografie di Simona Filippini

a cura di Chiara Capodici

 4 – 18 novembre 2022

 

inaugurazione alla presenza della fotografa

 venerdì 4 novembre ore 18.30 – 20.30

 

La mostra è inserita nella programmazione di 

“Alla fine della città. Narrazioni, arte e viandanze” 

Direzione artistica Ti con Zero – Contemporaneamente Roma 2020 – 2021 – 2022.

Simona Filippini dopo aver lavorato per alcuni anni a Parigi, assistente di Paolo Roversi, poi free lance, torna a Roma e si scopre moderna flâneuse, declinando al femminile un modo di vivere la città che culturalmente sembrava fino a qualche tempo fa prerogativa maschile, percorrendo e riscoprendo uno spazio urbano che da allora, 29 anni fa, non ha più smesso di fotografare, cambiando negli anni molti modelli di Polaroid, ma rimanendo fedele a questo mezzo, alla sua imprevedibilità, al suo alone luminoso di indeterminatezza. 

Le sue immagini scoprono una Roma in trasformazione dove all’antico e alla sua storia più recente si affianca la nuova vulgata della contemporaneità, negli edifici, nelle strade, nella sua fisionomia che lentamente diventa quella di una città multietnica, dove la natura, selvatica, continua a insinuarsi, dai parchi ai giardini, nei margini della città.

Chiara Capodici

 

Ti ricordi?

Ti ricordi che di quel brutto fatto di cronaca Luchino Visconti fece un documentario nel 1951?

E di quando Ingrid Bergman venne ai lotti, sempre a Primavalle, per girare alcune scene del film Europa 51 di Roberto Rossellini?

Ti ricordi che questa zona di periferia, che prima era il XIX Municipio, ora è diventata ancora più grande e arriva a sud fino a quasi il centro di Roma, fino ai quartieri “bene” della Balduina.

Ti ricordi che proprio lì vicino, quando ancora c’erano le baracche, Ettore Scola, sul Monte Ciocci, girò Brutti sporchi e cattivi? Era il 1976.

…Ed io mi ricorderò di ogni cosa vista e udita in questi tre anni e di tutti i luoghi che non sono riuscita a visitare e di trovare il tempo di andare a fare la spesa alla fattoria, “ signò solo contanti però” e dell’immensità di questo Municipio che ora si chiama XIV e che finisce non si capisce bene dove oltre il Grande Raccordo Anulare?

Simona Filippini

 

 

 

Il progetto fotografico sulla Città Eterna comincia nel 1993, oltre 29 anni fa. Quest’ultima inedita selezione nasce dall’invito di Fernanda Pessolaro/Ti con Zero, di guardare al territorio del XIV Municipio a partire dal 2020. Le fotografie qui presentate si aggiungono quindi ad un importante corpo di lavoro, esposto la prima volta, quasi 20 anni fa, proprio presso la Galleria ACTA International, poi ai Mercati Traianei per FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma a cura di Marco Delogu, a New York, presso la casa Italiana Zerilli Marimò, grazie all’organizzazione di Giovanna Pennacchi,  nel 2003. E’ del 2013 la fotografia raffigurante l’insegna in cinese dell’Hotel  Rome LOVE che dona il titolo attuale al progetto. Nel 2017 RomeLOVE è ospitato a Castelnuovo Fotografia con la curatela di Chiara Capodici che aveva già lavorato al libro con Fiorenza Pinna.

Dal 2018, l’autrice accoglie l’invito di Silvana Bonfili, direttrice del Museo di Roma in Trastevere, a confrontarsi con le piccole e intime vedute di Diego Angeli per la mostra Taccuini Romani – Vedute di Diego Angeli/Visioni di Simona Filippini esposta al Museo di Roma in Trastevere dall’ottobre 2019 al marzo 2020, nel 2021 il progetto è stato esposto a Napoli presso Magazzini Fotografici.

 

 

“Alla fine della città”, dal 4 al 20 novembre 2022, è una rassegna del contemporaneo tra metropoli e campagna, letteratura e follia, narrazioni e mappe interattive. Una rassegna multidisciplinare che prevede reportage fotografici e radiofonici, reading, laboratori, proposte per esplorazioni/itinerari a piedi e a pedali, podcast di letture ad alta voce, consulte cittadine e incontri online, azioni urbane performative e azioni guidate di movimento.

Il progetto triennale, arricchito dal lavoro fotografico di Simona Filippini e raccontato nel radio-documentario di Marzia Coronati, si svolge nel XIV Municipio, porta nord ovest di accesso alla città, lungo la traiettoria che va da Valle Aurelia al borgo di Santa Maria Galeria. 

Il progetto, promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020 – 2021 – 2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

 

 

 

 

 

Simona Filippini è fotografa dal 1989, pubblica testi e fotografie su testate giornalistiche in Italia e all’estero e collabora con numerose aziende sul territorio nazionale. 

Espone i suoi lavori in diverse mostre personali e collettive, tra le principali RomaCity, Acta International; Fuori e dentro i monasteri, Sala 1; RomaCity Mercati di Traiano, Roma; 2Rome Casa Italiana Zerilli Marimò, New York (2003); Alza gli occhi e guarda, Palazzo Reale e maxi installazioni fotografiche nei quartieri di Sanità e Forcella – Napoli (2005), DonnexDonne, Galleria del Cembalo, Roma 2015, RomeLOVE CastelnuovoFotografia (2017); Il sangue delle Donne, Auditorium Diocesano La Vallisa, Bari; Taccuini romani – Vedute di Diego Angeli/Visioni di Simona Filippini, Museo di Roma in Trastevere, (2019); Scolpite Palazzo Reale Milano e RomeLOVE, Magazzini Fotografici, Napoli (2021). 

Nel 2008 fonda l’associazione CAMERA 21- fotografia contemporanea organizza e cura mostre, selezionate nel Circuito delle edizioni dal 2008 al 2013 di FotoGrafia Festival Internazionale di Roma e delle edizioni dal 2012 al 2014 di Castelnuovo Fotografia. 

Scrive il progetto DI LEI, donne globali raccontano, nel quale 10 donne immigrate raccontano fotograficamente il quotidiano delle famiglie italiane presso le quali lavorano, ne cura la mostra a Palazzo Valentini a Roma, il catalogo ed. Iacobelli (2009). Il progetto è stato esposto in numerose altre città in Italia e all’estero.

Scrive e realizza il progetto partecipato Femminile, plurale, 72 donne di ogni età si fotografano la parte di corpo che preferiscono di sé, ne cura la mostra e il catalogo ed. Iacobelli, (2010).

Realizza in collaborazione con i fotografi associati i progetti A Casa (2010); Desperate Housewives (2011); In Visibile Scampia (2012); Box21 ( 2011/2015); 25 (2013); IN/OUT ritratti sul lavoro (2013); DonnexDonne (2014); In Itinere (2015).

Dirige e co-dirige i video Italiani per Costituzione (2013) –  A Scuola anch’io (2018) e 42 gradi Nord/12 gradi Est (2019).

Collabora con numerosi istituti scolastici pubblici e privati presso i quali realizza seminari di educazione all’immagine, con il progetto Un’Altra Storia vince il Bando del Mic Strategia Fotografia 2020, dal 2015 al 2017 è docente di fotografia presso il Cara di Castelnuovo di Porto, dal 2016 è docente presso Officine Fotografiche Roma e dal 2022 è docente di Storia della Fotografia presso lo IED di Roma.

Pubblica nel 2014 il libro RomeLOVE con un racconto inedito di Igiaba Scego.

www.simonafilippini.it

www.camera21.it

 

 

Dal 4 al 18 novembre 2022

ACTA INTERNATIONAL 

direzione: Giovanna Pennacchi

via Panisperna, 82-83 – 00184 Roma

da mercoledì a sabato ore 15,30 – 19,00  

info@actainternational.it  

www.actainternational.it

 

LA STANZA DI MISS T.V. (MISS T.V.’S ROOM) – Fotografie di Massimiliano Camellini

Giovanna Pennacchi è lieta di presentare la mostra

LA STANZA DI MISS T.V.

(MISS T.V.’S ROOM)

Fotografie di Massimiliano Camellini

a cura di Manuela De Leonardis e Andrea Tinterri

11-31 maggio 2022

Inaugurazione alla presenza dell’artista mercoledì 11 maggio ore 18,30 – 20,30

I visitatori potranno accedere in galleria nel rispetto delle vigenti normative sulle misure di contrasto e contenimento del Covid-19.

 

Al primo piano dell’antica palazzina veneziana, in un angolo di Campo Santo Stefano nel sestiere di San Marco, c’è una stanza a sé. Poco più di otto metri quadrati a cui è affidato il racconto di un’altra storia. La camera di Miss T.V. (Miss T.V.’s room) è un luogo intimo in cui Massimiliano Camellini negozia la dominante emotiva dello stupore con la lucidità di uno sguardo consapevole del ruolo documentario affidato al mezzo fotografico. Per Margherita (detta Titti) Vitalba il suo papà disegnò e fece realizzare gli arredi della camera da letto, proprio come fosse la cabina di una nave. La cura dei dettagli, su cui Camellini indugia nel puntare l’obiettivo, è quella carezza amorevole di un padre verso l’amata figlia. Il sapore retrò diventa, allora, un dispositivo della memoria che cerca e trova connessioni tra il passato e il presente. Se il bianco e nero delle immagini fotografiche assorbe le cromie del tessuto floreale e dei porta lampada, fa tuttavia emergere altri particolari come la brillantezza dei vecchi interruttori elettrici di porcellana. Anche lo specchio riflette l’ipotesi di futuro catturata dall’hic et nunc, lasciando sempre ampio margine all’immaginazione. Le iniziali TV si ripetono nel legno, insieme al motivo iconografico della margherita del nome e della vite bianca del cognome. Il viaggio continua nello spazio e nel tempo, cullato dalla sonorità delle acque increspate della laguna e del mare aperto della fantasia.

Manuela De Leonardis

La serie Miss T.V.’s room è stata realizzata nel 2019-2021 nei suggestivi ambienti di SPARC* Spazio Arte Contemporanea a Venezia, che hanno ospitato la mostra di Massimiliano Camellini Al di là dell’acqua, a cura di Manuela De Leonardis e Andrea Tinterri (4 dicembre 2021 – 9 gennaio 2022). Per l’occasione è stata realizzata una cartella in edizione limitata (25 copie) contenente 7 immagini fotografiche 20×20 cm + un bookmark “profumato” con la fragranza ideata da Integra Fragrances.

Massimiliano Camellini (Venezia 1964, vive e lavora tra Reggio Emilia e Milano). Negli anni Novanta si avvicina alla fotografia di ricerca. Dal 2001 realizza progetti costituiti da serie di opere dedicate a temi universali, accompagnate dai rispettivi progetti editoriali. La prima serie è dedicata agli istinti e sogni dell’uomo: appartengono a questo ciclo Oltre le Gabbie (2001), I Volanti (2004), Duel (2006), Nuove Arene (2009), Il laboratorio dell’ossessione (2010), Ore 18.00, l’orario è finito (2012), Al di là dell’acqua (2016) e l’ultimo A ribbon and a prayer (2022). Segue la serie frammenti nel tempo, una ricerca nella realtà contemporanea di segnali spazio-temporali per un’indagine antropologica dell’evoluzione dei contesti urbani: Tram-Frame è il primo lavoro del ciclo. Le sue foto sono nelle collezioni museali di tutto il mondo tra cui Museum of Fine Arts, Houston, USA, Collezione Maramotti, Reggio Emilia, Galerie Municipale du Chateau d’Eau, Toulouse, Francia, Musée du Strasbourg, Francia, Museum of Photography, Seoul, Korea, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino.

 

Dall’11 al 31 maggio 2022

ACTA INTERNATIONAL

direzione: Giovanna Pennacchi

via Panisperna, 82-83 – 00184 Roma

dal mercoledì al sabato ore 16,00 – 19,30

 info@actainternational.it

www.actainternational.it

Sponsor tecnico Integra Fragances

Fleur – Fotografie di Nina Šmídek

Giovanna Pennacchi è lieta di presentare la mostra

Fleur

Fotografie di Nina Šmídek

A cura di Luisa Briganti

Testo di Gabriele Agostini

in collaborazione con Centro Sperimentale di Fotografia Adams

12 aprile – 7 maggio

Inaugurazione alla presenza dell’artista

18.30 – 20.30

I visitatori potranno accedere in galleria nel rispetto delle vigenti normative sulle misure di contrasto e contenimento del Covid-19.

“Se la vostra vita quotidiana vi sembra povera, non l’accusate; accusate voi stesso, che non siete assai poeta da evocarne la ricchezza; ché per un creatore non esiste povertà né luoghi poveri e indifferenti.”

Rainer Maria Rilke

Espressione della cultura mitteleuropea caratterizzata dalla molteplicità, sospesa tra secessione e simbolismo, tra scienza ed arte, carica di malinconia e ironia. Disincantata verso le apocalissi della cultura occidentale ma con uno sguardo filosofico persistentemente e profondamente orientato alla ricerca di memoria come ricerca di senso della propria identità. Artista carica di lievità atemporale, disillusa dalle sirene della modernità, sceglie di rifugiarsi in un mondo fantastico, favolistico, onirico dove regnano i cicli della natura, e dove attraverso il sogno il soprannaturale prende vita. Questo viaggio introspettivo si impone per giungere all’appuntamento con se stessi. L’artista si pone al servizio d’una volontà superiore che l’oltrepassa, diviene pertanto solamente l’interprete di una trascendenza. Artista dotata di una carica di religiosità laica. Musicista classica, ballerina di tango argentino, fotografa e cercatrice dell’altrove nelle vicende umane. Alterna instancabili viaggi a lunghi periodi di creazione nella solitudine del suo studio. Qui ha sviluppato una propria personalissima tecnica, che consiste nell’ibridazione di fotografia e pittura a olio. Attraverso lussuosi pigmenti su carta in fibra di gelso giapponese, le sue opere tornano magicamente, ad essere fotografie, come in un eterno ciclo temporale. La sua opera, come la sua vita, è una Gesamstkunstwerk, costantemente rivolta alla ricerca dell’armonia del proprio essere e ciò la porta ad introdurre registrazioni sonore nelle sue opere, per consentire allo spettatore di immergersi con più profondità nel suo mondo interiore. Il lessico visivo dell’artista è caratterizzato da venature intrise di nostalgia e malinconia capaci di suggellare con il tempo un patto che ci trasferisce in un altrove di memoria rallentata ed abitata da struggente solitudine. Un mondo composto di luce, armonia e sentimento.

  1. A.

Biografia 

ACTA INTERNATIONAL

direzione: Giovanna Pennacchi

via Panisperna, 82-83 – 00184 Roma

dal mercoledì al sabato ore 16,00 – 19,30

info@actainternational.it

www.actainternational.it

 +39 064742005

Mareggiata – Fotografie di Francesco Amorosino

Giovanna Pennacchi è lieta di presentare la mostra

 

Mareggiata

 

Fotografie di Francesco Amorosino

a cura di Noemi Pittaluga

con la collaborazione di Giampaolo Giudice dell’Associazione Retake Roma

16 marzo – 7 aprile

Inaugurazione alla presenza dell’artista

I visitatori potranno accedere in galleria nel rispetto delle vigenti normative sulle misure di contrasto e contenimento del Covid-19.

Con Mareggiata la galleria Acta International viene trasformata da Francesco Amorosino in uno spazio immersivo nel quale lo spettatore è invitato a confrontarsi fisicamente e simbolicamente con l’opera attivando i sensi della vista, dell’udito, dell’olfatto e del gusto.

Per una percezione ottimale del lavoro, costituito da sabbia e da frammenti di ceramica modellati dal mare sui quali sono stampate fotografie riprese con pellicole analogiche in bianco e nero, è fondamentale girare intorno alla grande zattera naturale che funge da base per l’installazione. Costruita dall’Associazione no-profit Retake Roma (impegnata nella valorizzazione degli spazi urbani, nel recupero e nel riciclo di materiali e detriti presenti nei fiumi e nei parchi cittadini), questa tavola presenta al pubblico un nuovo progetto in cui il linguaggio fotografico si fonde con un supporto inusuale e dalle caratteristiche scultoree.

Il sasso che emerge dal bagnasciuga accoglie l’immagine, stampata grazie all’emulsione ai sali d’argento, e ci mostra suggestioni visive legate ai nostri momenti vacanzieri in spiaggia con la famiglia e con gli amici. Istanti di libertà, racchiusi in queste scaglie di terracotta che, nella loro parzialità consumata, rimandano alla memoria attimi spensierati e permettono al visitatore di immaginare i suoni che contraddistinguono la dimensione balneare.

Il rumore della risacca, il vociare confuso delle persone intente a chiacchierare sulla battigia, le urla dei ragazzi che giocano a palla sono alcune tra le suggestioni uditive suscitate dall’opera in mostra che stimola anche il ricordo di profumi salmastri associati all’estate.

Amorosino con Mareggiata inverte la connotazione di queste ceramiche che raccontano delle nostre coste soffocate dagli abusi edilizi e segnalano l’inquinamento consistente delle acque. Raccolte una a una, come se fossero piccoli tesori inestimabili, queste mattonelle colorate, multiformi e dai contorni imperfetti, abbandonate sulla riva dalle onde, permettono all’artista visivo di dare nuova vita a pezzi di muro che ospitano sulla loro superficie immagini di ombrelloni, di cactus, di tramonti e di persone che parlano nel mare.

Poche fotografie affisse alle pareti completano l’installazione site specific che, con la sua dimensione multisensoriale, stimola il fruitore a replicare il gesto di ricerca e a ripercorrere mentalmente il processo creativo dell’autore. Spinto dalla curiosità, il visitatore osserva queste pietre d’artista e le opere appese nello spazio espositivo, le cui mura sembrano dissolversi per aprirsi metaforicamente ai flussi marini. Con questo lavoro, Francesco Amorosino offre allo spettatore, circondato dal sapore del sale e dal movimento naturale della mareggiata, la possibilità di fermarsi e serenamente rivivere attimi d’intensa felicità.

Noemi Pittaluga

 

 

Biografie

Francesco Amorosino

Nato nel 1984 a Rionero in Vulture, vive e lavora a Roma come fotografo e artista visivo. Insegna a scuola e presso alcune accademie, come la DAM – Digital Arts and Media Academy, dove è titolare del corso in “postfotografia”. Dal 2017 gestisce il suo studio fotografico, il FotoStudio, dove organizza mostre e lezioni di teoria e tecnica fotografica.

La sua ricerca artistica, concettuale e intimista, è orientata a indagare principalmente la realtà, le tradizioni religiose, il mondo delle superstizioni e le tematiche del controllo e delle cospirazioni in ambito sociale e politico. Usa spesso la tecnica dello still life in chiave simbolica e in un’ottica di ibridazione fotografica utilizza sia nuove tecnologie digitali, sia antiche pratiche analogiche di ripresa e stampa.

Ha esposto in Europa, Asia e Stati Uniti e ha vinto diversi premi, tra cui nel 2016 il prestigioso Sony World Photography Awards nella categoria Still Life con Pomodori Migranti.

In Media Res, uno dei suoi ultimi progetti (che prevede la stampa in camera oscura di alcune sue fotografie su frammenti di marmo), ha dato vita a delle “fotosculture”, esposte presso la Manifest Gallery di Cincinnati (Ohio) e la Candela Books + Gallery di Richmond (Virginia) che ne ha acquisita una per la sua collezione. Con questo lavoro ha, inoltre, vinto nel 2021 l’Ecco Echo Award, dedicato agli artisti che rielaborano le suggestioni visive legate alla tradizione dell’antica Roma.

Nel 2021 l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado, nell’ambito della XXI Settimana della lingua italiana nel mondo, intitolata Dante, l’italiano, e in occasione delle celebrazioni del settecentesimo anniversario della scomparsa di Dante Alighieri, ha presentato, con la mostra personale La Selva e le Stelle, una selezione di sue fotografie, accompagnate da alcune citazioni della Divina Commedia e dalle musiche del compositore Stefano G. Falcone.

Noemi Pittaluga

Nata a Genova nel 1985, vive e lavora a Roma. È laureata presso l’Università di Roma “Sapienza” nei corsi Magistrali in Saperi e Tecniche dello Spettacolo Teatrale, Cinematografico e Digitale e in Storia dell’arte ed è diplomata allo IED di Roma nel Master in Curatore museale e di eventi performativi per le arti visive e le arti dello spettacolo. Ha pubblicato “Un’identità incerta tra vita e morte” in Collettivo Curatoriale Gruntumolani (a cura di), Singolarità mobili che abitano uno spazio nomade. Identità italiane in video, Editoria & Spettacolo, Spoleto (PG), 2012; (insieme con Valentina Valentini), Studio Azzurro. Teatro, Contrasto, Roma, 2012; il testo introduttivo in Mario Vidor, Roma Capitale, Punto Marte Editore, Soligo (TV), 2019 e Massimo Vitali. Una storia italiana, Ledizioni, Milano, 2021. Dal 2010 lavora come curatrice indipendente e dal 2022 collabora come autrice con la rivista Segnoline. Attualità Internazionali d’Arte Contemporanea.

ACTA INTERNATIONAL

direzione: Giovanna Pennacchi

via Panisperna, 82-83 – 00184 Roma

dal mercoledì al sabato ore 15,30 – 19,00

info@actainternational.it

www.actainternational.it

  +39 064742005

www.francescoamorosino.com, www.ilfotostudio.it, www.noemipittaluga.com, www.retake.org